Imperare sibi maximum imperium est – Comandare a se stessi è il più grande comando
Seneca
Chiunque può fare una cosa scomoda, se obbligato a farla, no?
Ma pochi arditi la fanno per scelta. Mettersi nella situazione scomoda, per il pensiero comune è solo uno svantaggio.
Perchè dovrei andare a piedi? Prendo la macchina!
Perchè dovrei mangiare sano? Ordino d’asporto!
Perchè dovrei astenermi dai vizi? Tanto si vive una volta sola!
Certo, il libero arbitrio oltre alla morte, sono le uniche certezze che abbiamo nell’esistenza, ma la domanda è: possiamo trovare la felicità, nella comodità?
Probabilmente anche si, ma sicuramente una felicità effimera, poco duratura, superficiale. Come quella di un bambino, che con ansia aspetta di aprire il regalo di Natale, per poi aprirlo, giocarci una settimana, e dimenticarsene. La felicità vera, invece, beh … quella è un altro paio di maniche.
Quella non arriverà mai per caso, è un percorso ed al contempo una ricerca, è un’ambizione.
Sicuramente state pensando che debba vedere qualcuno bravo vero?
Io invece penso che senza autodisciplina il percorso del quale vi sto parlando sia pressochè impossibile, indipendentemente da ciò che una persona possa reputare la felicità, io resto convinto che raggiungere gli obbiettivi sia una questione di mentalità. La mentalità può essere ereditata, da genitori sicuri ed amorevoli, ma la fortuna non è per tutti.
Ma con volontà e sacrificio può essere creata.
Come? Sii autodisciplinato.
Si vabbè Bryan, adesso mi metto a fare il soldatino per trovare la felicità, ma dai.
Non è cosa fai, ma cosa ti fa ottenere ciò che fai.
Mi spiego meglio, Mettiamo a paragone Marco e Mario.
Marco vive una vita comoda. Mario invece vive una vita scomoda, per scelta.
Ora aggiungiamo un pizzico di sale a questa storia, sia Marco che Mario perdono la ragazza ed il lavoro.
Marco si dispera, cerca conforto nei suoi agi, abbuffandosi per scompenso emotivo, concedendosi ai vizi, cercando gratificazioni istantanee che lo consumano, rendendo ancora più ardua la sua risalita verso un equilibrio felice.
Mario invece è abituato alle scomodità, lui è sempre andato volontariamente dove gli altri non osavano avventurarsi, nella sofferenza. Certo, anche Mario soffrirà, ma è conscio del fatto che solo le proprie azioni possono migliorare la sua situazione, e che la scomodità catalizza la crescita, quindi si rimbocca le maniche, ed asciugandosi le lacrime risale velocemente verso il proprio equilibrio.
Ci sei arrivato o te lo devo spiegare?
La vita ci insegna che il miglior contesto per la crescita personale, è la sofferenza.
È quest’ultima, che come il fabbro quando batte il ferro, toglie le impurità da noi, e ci fa tirare fuori le nostre migliori qualità, ma solo quando decidiamo noi che così debba essere.
Altrimenti ci ritroveremo inermi, sofferenti, ed alla fine pure ammaccati.
Il metodo DoFitMind contempla la sofferenza come catalizzatore di crescita, e quindi propone alle persone che decidono di aderire agli allenamenti alcune pratiche per abituare la propria mente ad essere scomodi. Ma prima di spaventarti, ti voglio rassicurare che non si tratta di masochismo, semplicemente di pratiche salubri ma scomode, che eventualmente saranno inserite gradualmente e con parsimonia. Doccie Fredde, meditazione, astensione da cibi spazzatura, digiuni etc.
Non sei obbligato a seguire nessuna di queste pratiche, il metodo Dofitmind, contempla tutti gli aspetti dell’essere, poi sarai tu a decidere cosa incorporare nella tua vita e cosa no. Infatti ti ricordo che uno dei punti principali del mio metodo è la libertà.
Certo è il fatto che io da anni ho introdotto molte pratiche scomode nella mia vita, e guardandomi indietro sono grato a me stesso di averlo fatto, perchè la caparbietà di guardare il bicchiere mezzo pieno, anche dal fondo dell’abisso, non è una cosa che ho ereditato, ma con la volontà me la sono creata.
Vince te ipsum – Vinci te stesso
Seneca